2119. La Disfatta dei Sapiens di Sabina Guzzanti - Recensione

Edito da HarperCollins è in libreria 2119. La Disfatta dei Sapiens il romanzo di Sabina Guzzanti che tra chiacchiere e consigli di lettura siamo contenti di aver contribuito a realizzare. Ecco la nostra recensione.

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Finito di leggere da qualche giorno 2119 – La Disfatta dei Sapiens di Sabina Guzzanti, ho voluto aspettare a scrivere questa recensione perché volevo che le immagini che ho attraversato e le emozioni che mi hanno toccato avessero il tempo di sedimentare e costruire un posto nuovo nel mio immaginario.

Siamo nel 2119, una serie di catastrofi climatiche e pandemie ha trasformato il mondo geopoliticamente e socialmente. Sono poche le terre emerse, milioni i migranti climatici, poche migliaia i detentori del potere e delle ricchezze che vengono elargite come fossero elemosine in cambio dell’assoggettamento “gentile” al sistema informatico che consente ai più ricchi di continuare a monopolizzare il potere attraverso l’accumulazione dei dati. I Crem (le famiglie più ricche e potenti) che già vivono con un chip sottopelle che gestisce ormoni ed emozioni, finanziano un progetto di ricerca che realizzi il sogno del transumanesimo liberandoli dalle catene della vita mortale a scapito del resto dell’umanità. Una piccola redazione di giornalisti dissidenti resiste cercando di svelare le apocalittiche manovre del consorzio di multinazionali al potere...

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2119 – La Disfatta dei Sapiens è un romanzo di fantascienza speculativa che ricorda tanto le madri del genere: da Octavia Butler a Marge Piercy a Ursula LeGuin. Sabina Guzzanti si inserisce gentilmente nel filone della narrativa fantascientifica che esplora mondi possibili e modi possibili per gli umani per coabitare tra loro e con il pianeta.

Gentilezza è la parola chiave che definisce lo stile affabulatorio di Sabina L’autrice non cede a visioni distopiche e apocalittiche, non esercita crudeli vendette sugli oppressori approfittando del potere della narrativa. Non cerca soddisfazione umiliando o annichilendo quella triste umanità che si manifesta in questo ancor più triste inizio di secolo, piuttosto con “gentilezza” e ironia racconta relazioni possibili, rivoluzioni desiderate come l’acqua e sorseggiate con attenzione dal calice del mistero.

Protagonisti di questa storia sono bambini, gattini, piante, umani disfunzionali, ibridi, donne anziane e pescatori analfabeti. Tutti coloro che non immaginereste nel ruolo “dell’eroe” sono altrettanti tasselli fondamentali nello svolgimento dell’intreccio, prima fra tutte Tess redattrice della rubrica sui gattini di Holly, che tra giornalisti d’assalto, botanici e attiviste si è sempre sentita irrilevante...

Fortemente antispecista e visionario, “2119 - La disfatta dei Sapiens” racconta la storia che vorremmo ascoltare, ci accompagna in un mondo possibile che si costruisce nei rapporti tra creature: umane, macchine o vegetali che siano. Tutta la storia è un esercizio speculativo che allena la nostra capacità di immaginare il potere e le sue diverse incarnazioni a partire dalle situazioni più semplici: dall’affetto di un bambino per il suo gatto alla smania di riconoscimento sui social network, fino alle questioni più complesse come l'organizzazione del parlamento che governa il pianeta e l'oligarchia degli azionisti della corporazione che lo controllano e che in una notevolissima trovata visiva si riuniscono in una sorprendente cappella affrescata che lascio a voi il gusto di scoprire.

Nel 2119 il disastro è già avvenuto e non si può dire che oggi non si stia già camminando della disfatta ma, senza cedere al pessimismo, che rimandiamo volentieri a tempi migliori, Sabina sceglie di raccontare una storia dove le cose possano trovare la strada per cambiare. Il lavoro di Sabina scrittrice consiste nell'immaginare come si possa costruire un mondo diverso e per fare questo ci accompagna lungo percorsi apparentemente secondari ma che, come tanti ruscelli, conducono ad una realtà nuova da cui ripartire.

Leggero, divertente e a tratti anche commovente, “2119 - La disfatta dei Sapiens” tocca aspetti della nostra vita quotidiana come l’utilizzo massiccio delle tecnologie digitali di massa e le sue conseguenze sulle nostre vite tra scariche ormonali e promesse di liberazione dalla libertà. Lo sguardo di Sabina, acuto e divertito, come nella miglior tradizione della fantascienza speculativa, ci aiuta a rimettere in prospettiva le cose e chissà, magari a distrarci cinque minuti dalle notifiche dei nostri furbofoni.

Come Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche (C.I.R.C.E.) siamo davvero contente di aver contribuito nel nostro piccolo con chiacchiere e consigli di lettura alla realizzazione di questo romanzo che, una volta letto, vi lascerà con un po’ di nostalgia per un futuro possibile ancora non realizzato.

Chiuso il libro, resta la voglia di disegnare nella realtà percorsi che conducano oltre l’oppressione degli uni sugli altri, che sia degli umani su gli altri umani o di una specie su altre specie.

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